Cultura fiscale

E’ un tema trasversale, che va alle radici della nozione di fisco e permea il modo di concepire e di percepire i tributi. Le tasse sono una violazione del diritto naturale alla proprietà, quindi un male in sé, da combattere fin dove possibile? Oppure un modo per ripartire in modo equo ed efficiente il finanziamento della spesa pubblica, nell’ambito di un “contratto” che prevede anche protezione sociale?

Che percezione hanno i cittadini contribuenti e più in generale l’opinione pubblica: vedono il fisco come un’imposizione coattiva, volta a finanziare una spesa pubblica inefficiente e affetta da sprechi, governata da politici corrotti? O come il modo per finanziare i servizi pubblici di cui godono?

L’amministrazione fiscale si ritiene depositaria di un potere di “esproprio”, il cui unico e fondamentale obiettivo è la massimizzazione del gettito (o della pretesa di gettito), con il vincolo di reggere (o “prevenire”) il contenzioso? Oppure si vede depositaria del compito di esigere le imposte decise dalle leggi, nel rispetto dei principi di equità e di correttezza nei confronti dei contribuenti? Ritiene fondamentale l’interpretazione delle norme e l’astratta ermeneutica, oppure ritiene prioritario dare attenzione alla sostanza dell’attività economica svolta?

E come si atteggiano i consulenti fiscali e i tax directors ? Dovè il punto di equilibrio tra la riduzione del carico impositivo tramite il tax planninge il contenimento del rischio fiscale?

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